CHIUSI PRIMA DI PORSENNA
La necropoli regale di Poggio Gaiella
Adriano Maggiani
Conferenza del Ciclo: “L’eredità culturale sostenibile”
A cura di Museo Nazionale Etrusco, Gruppo Archeologico “Città di Chiusi”, Comune della Città di Chiusi, Banca Valdichiana Chiusi, Museo Nazionale Etrusco e Necropoli di Chiusi, venerdì 8 marzo, ore 18,00
INGRESSO GRATUITO - #settimanadeimusei
Sul finire degli anni ’30 del XIX secolo Pietro Bonci Casuccini decise di mettere a coltura la porzione dei suoi terreni che includeva il boscoso rilievo di Poggio Gaiella.
I lavori portarono alla luce strutture tombali collegate da insoliti cunicoli scavati nel cuore della collina che suscitarono fin da subito grande interesse nel mondo accademico, perché paragonati al labirinto che, secondo le fonti antiche, era all’interno del mausoleo del re Porsenna.
Oltre ad Emil Braun, che nel 1841 scriveva: “Il laberinto di Porsenna comparato coi sepolcri di Poggio Gaiella ultimamente dissotterrati nell’agro chiusino” la documentazione dell’epoca consta di parziali descrizioni e relazioni ad opera di L. Gruner, J. A. Feuerbach, G. Abeken, G. Dennis, G. Micali, e del canonico Luigi Dei, membro di un’antica famiglia appartenente alla nobiltà chiusina, che a partire dal 1840 si occupò degli scavi.
Dopo le indagini della Società Colombaria nel 1859 e alcuni ritrovamenti fortuiti degli anni ‘40 del del ‘900, gli scavi vengono ripresi dall’allora Soprintendenza alle Antichità d’Etruria, con Guglielmo Maetzke nel 1953, Clelia Laviosa tra il 1961-62 e Anna Rastrelli negli anni ’90, cui si deve una sintesi preliminare delle ricerche.
Il tumulo di Poggio Gaiella con un diametro originario calcolato attorno ai 90 m e la metà superiore creata artificialmente con terreno di riporto, costituisce un monumento imponente ben visibile a distanza, vero e proprio simbolo di potere per la famiglia titolare delle tombe più antiche, che doveva controllare le vie di comunicazione limitrofe.
Nonostante le numerose depredazioni sin da epoca romana, i sepolcri hanno restituito una grande quantità di reperti, solo in parte esposti al pubblico, tra cui spiccano sculture in pietra fetida. vasi in bucchero, vasellame di importazione, anche greco-orientale.
La presenza di questi materiali, di pregio regale, consente di ricostruire uno spaccato della storia di Chiusi e del suo territorio dal punto di vista sociale, culturale, economico e commerciale anche in riferimento ai decenni immediatamente precedenti al regno di Porsenna.
La necropoli regale di Poggio Gaiella
Adriano Maggiani
Conferenza del Ciclo: “L’eredità culturale sostenibile”
A cura di Museo Nazionale Etrusco, Gruppo Archeologico “Città di Chiusi”, Comune della Città di Chiusi, Banca Valdichiana Chiusi, Museo Nazionale Etrusco e Necropoli di Chiusi, venerdì 8 marzo, ore 18,00
INGRESSO GRATUITO - #settimanadeimusei
Sul finire degli anni ’30 del XIX secolo Pietro Bonci Casuccini decise di mettere a coltura la porzione dei suoi terreni che includeva il boscoso rilievo di Poggio Gaiella.
I lavori portarono alla luce strutture tombali collegate da insoliti cunicoli scavati nel cuore della collina che suscitarono fin da subito grande interesse nel mondo accademico, perché paragonati al labirinto che, secondo le fonti antiche, era all’interno del mausoleo del re Porsenna.
Oltre ad Emil Braun, che nel 1841 scriveva: “Il laberinto di Porsenna comparato coi sepolcri di Poggio Gaiella ultimamente dissotterrati nell’agro chiusino” la documentazione dell’epoca consta di parziali descrizioni e relazioni ad opera di L. Gruner, J. A. Feuerbach, G. Abeken, G. Dennis, G. Micali, e del canonico Luigi Dei, membro di un’antica famiglia appartenente alla nobiltà chiusina, che a partire dal 1840 si occupò degli scavi.
Dopo le indagini della Società Colombaria nel 1859 e alcuni ritrovamenti fortuiti degli anni ‘40 del del ‘900, gli scavi vengono ripresi dall’allora Soprintendenza alle Antichità d’Etruria, con Guglielmo Maetzke nel 1953, Clelia Laviosa tra il 1961-62 e Anna Rastrelli negli anni ’90, cui si deve una sintesi preliminare delle ricerche.
Il tumulo di Poggio Gaiella con un diametro originario calcolato attorno ai 90 m e la metà superiore creata artificialmente con terreno di riporto, costituisce un monumento imponente ben visibile a distanza, vero e proprio simbolo di potere per la famiglia titolare delle tombe più antiche, che doveva controllare le vie di comunicazione limitrofe.
Nonostante le numerose depredazioni sin da epoca romana, i sepolcri hanno restituito una grande quantità di reperti, solo in parte esposti al pubblico, tra cui spiccano sculture in pietra fetida. vasi in bucchero, vasellame di importazione, anche greco-orientale.
La presenza di questi materiali, di pregio regale, consente di ricostruire uno spaccato della storia di Chiusi e del suo territorio dal punto di vista sociale, culturale, economico e commerciale anche in riferimento ai decenni immediatamente precedenti al regno di Porsenna.
Data: 08 marzo 2019
Costo del biglietto: ingresso gratuito; Per informazioni 0578 20177
Prenotazione: Nessuna
Luogo: Chiusi, Museo nazionale etrusco e necropoli di Chiusi
Orario: ore 18
Telefono: 0578 20177
E-mail: pm-tos.museochiusi@beniculturali.it
Costo del biglietto: ingresso gratuito; Per informazioni 0578 20177
Prenotazione: Nessuna
Luogo: Chiusi, Museo nazionale etrusco e necropoli di Chiusi
Orario: ore 18
Telefono: 0578 20177
E-mail: pm-tos.museochiusi@beniculturali.it